Le donne con disabilità e la ‘doppia’ discriminazione al centro delle battaglie delle associazioni
Le donne con disabilità e la ‘doppia’ discriminazione al centro delle battaglie delle associazioni
Approfondimenti
30 novembre 2024
Roma - “L’enciclopedia Treccani definisce il termine “desessualizzazione” come la “privazione o perdita del carattere erotico o sessuale”, come per altro suggerisce il prefisso privativo latino “de-”. È qualcosa che si attua o si subisce – tu desessualizzi me, io sono desessualizzata da te”, inizia così l’articolo pubblicato sul sito di Uildm.
“La desessualizzazione- si legge ancora- è un fenomeno che riguarda anche, ma non solo, le persone con disabilità. E in particolare le donne con disabilità che già subiscono una doppia discriminazione sia in quanto donne sia in quanto persone disabili, come ampiamente discusso nel lavoro continuo di Uildm, Fish, Aism, Aisla e molte altre associazioni. Il centro antiviolenza per le donne con disabilità di Torino, il primo in Italia, ci restituisce un dato allarmante: da gennaio ha registrato ben 107 denunce. Chissà quante altre restano nel silenzio, perché infatti il grande problema consiste proprio nella mancata denuncia da parte delle donne con disabilità. In particolar modo per quanto riguarda il versante della violenza psicologica che non è facile riconoscere né da chi la subisce né da chi presta aiuto a una donna con disabilità maltrattata. Ed è qui che compare la desessualizzazione che è qualcosa di assolutamente subdolo; infatti, si insinua nei meandri più stretti della nostra vita quotidiana e agisce come un camaleonte, per cui alla fine la sua fedina penale trova sempre un modo per restare intatta”.
E poi: “È per questo che io insisto nel definire la desessualizzazione come una vera forma di violenza. Indiretta, probabilmente, ma sempre violenza. Fa paura additare un determinato comportamento come violento, perché disponiamo già del nostro arsenale standardizzato di tipologie e modalità di atti violenti o molesti che la desessualizzazione sembra non presentare alcun requisito per rientrarci. Eppure, ci rientra. Con l’obiettivo di riuscire a far toccare con mano e comprendere appieno la complessità di questo fenomeno, ho raccolto alcune testimonianze di donne con disabilità che hanno subito desessualizzazione nel corso della loro vita”.
L’intero articolo è consultabile al link: https://www.uildm.org/soggetti-di-desiderio-donne-con-disabilit%C3%A0-e-desessualizzazione