È caos a scuola per i ragazzi con disabilità, la denuncia di Caa e Oepac
È caos per la ripresa della scuola per i ragazzi con disabilità, la denuncia di Caa e Oepac. Il racconto di alcune famiglie romane
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09 ottobre 2024
Roma - ‘Rete SupeRare’, raccogliendo le istanze delle famiglie, - fanno sapere- ancora una volta è costretta a esprimere preoccupazione e tristezza al riavvio dell'anno scolastico per i tanti bambini e ragazzi con disabilità presenti nelle scuole italiane. Come ogni anno, malgrado i proclami dei mesi passati del ministero, gli atavici problemi del sistema sono tornati sotto i nostri occhi e, per quelle famiglie ove è presente una persona con disabilità, tornano a farsi spazio nella complessa gestione della quotidianità. Assistiamo, come ogni anno, in alcuni casi, all'assenza o parziale assegnazione delle cattedre per gli insegnanti di sostegno, comunque in molti casi arrivati in netto ritardo, i nostri ragazzi, nel frattempo, vedono, ancora una volta e quasi ce ne fosse bisogno, aumentare quel gap rispetto ai compagni che avevano già ripreso a pieno ritmo le lezioni.
Ha affermato Mariangela Di Costanzo, vicepresidente di Rete SupeRare: “purtroppo, per i nostri ragazzi, sentiamo più spesso parlare di copertura che di didattica o progetto educativo, ci stiamo quasi disperatamente abituando al mantra che troppo di frequente ci viene ripetuto e ogni volta è un colpo al cuore, prevalgono spesso, sulla necessaria centralità della persona, i servizi di assistenza di cui necessita ogni alunno. Sono degli ultimi giorni le segnalazioni delle famiglie romane per quanto riguarda il servizio di assistenza specialistica alla comunicazione, Caa”.
Parliamo di quel necessario supporto in ambito scolastico ai ragazzi con deficit sensoriale o con difficoltà nella comprensione o produzione verbale. All'inizio dell'estate 2023 la Regione Lazio, con propria delibera, come già fatto da altre regioni, trasferiva il servizio (nato in forma sperimentale per mancanza di una normativa nazionale uniforme sul tema) al Comune di Roma adducendo la competenza dell'ente locale, restava in capo alla Regione il servizio solo per l'assistenza alle disabilità sensoriali (persone non udenti o non vedenti) e per i ragazzi della scuola secondaria di secondo grado. Immediatamente si allertavano le famiglie e le Associazioni romane per sapere cosa sarebbe successo nel settembre 2024.
Tra proclami e reciproche accuse tra Comune e Regione, si giungeva a maggio 2024 quando la regione, con proprio atto, emetteva un piano di riparto fondi agli enti locali per l'espletamento del servizio nell'anno scolastico 2024/25 ai ragazzi con disabilità aventi diritto (escluse le disabilità sensoriali). È passata l'estate ma i bambini romani sono rientrati a scuola senza assistenza specialistica alla comunicazione e senza sapere se, come e quando, sarebbe stato possibile poter fruire del servizio. Le famiglie si rivolgevano immediatamente alle scuole, ai servizi educativi municipali, alle Consulte o alle Associazioni, nessuno aveva risposte da dare. Il 21 settembre, a 10 giorni dall'apertura delle scuole, di sabato mattina inizia il tam tam tra i genitori, dopo aver letto sul sito del comune di Roma che era stata varata una delibera sul tema, sul sito c'era il comunicato ma mancavano sia delibera che le linee guida. Arriviamo a martedì 24 settembre e dalle scuole arriva alle famiglie la richiesta di aggiornare il cis (certificato di integrazione scolastica) e la richiesta di far produrre dalle asl, entro il 10 ottobre, il progetto (allegato 4). Inizia il panico, le famiglie coscienti delle gravi criticità di mancanza di personale nei tsmree, si precipitano per avere la certificazione, temendo non si arrivasse in tempo. Qualcuno inizia a dire che, se non scaduto, va bene anche il progetto redatto l' anno precedente per la regione (allegato 9); la confusione regna sovrana, il comune tace, i Municipi fanno sforzi indescrivibili per rincorrere le adeguate ed esaustive informazioni, le scuole idem ..i bambini sono lì in classe, senza quella preziosa figura che può permettergli di avere gli adeguati mezzi e strumenti per comunicare con i pari, ma questa è un'altra storia...quelli dei bambini sembrano gli ultimi dei pensieri.
Una domanda resta lì in attesa di risposta: a parte i necessari chiarimenti procedurali, quando arriverà il servizio caa nelle scuole? Come verrà definito il monte ore? Molti genitori esprimono profonda tristezza, sanno bene di aver perso la continuità dell’operatore che, non avendo alcuna garanzia lavorativa, mentre le procedure amministrative facevano il loro corso, giustamente ha cercato un’altra occupazione. Sempre le famiglie romane, anche se felici in questo caos generale, di aver visto tornare sui banchi i loro figli con il supporto dell'Oepac , spesso in continuità, ci fanno altre domande sul servizio Oepac, dopo aver letto durante l'estate la delibera 260 del comune di Roma sul nuovo sistema di accreditamento per gli enti che forniscono l'operatore che da assistenza all'autonomia in ambito scolastico.
LA RICHIESTA DELLE FAMIGLIE ROMANE
Le famiglie romane ci chiedono:
1) leggendo la delibera 260 il monte ore di assistenza del servizio Oepac non è più considerata su base settimanale ma come monte ore annuale, quindi, in sede di pei, come và compilata la maschera 11 che richiede l'indicazione dell'assegnazione settimanale delle ore? Abbiamo la certezza, come nei due anni precedenti, di avere, per tutte le settimane scolastiche future esattamente le ore assegnate dal glo e riportate nel pei? Perché parlano di vincolo al progetto di vita ai sensi dell’art 14 della legge 328/2000? Mio figlio non lo ha, come devo richiederlo?
2) Perché c'è scritto che il servizio socioeducativo del municipio assegna le ore tenuto conto dei Progetti individuali, dei Pei e del tasso di assenza media annuale degli utenti? Sembra chiaro non essere il pei quel progetto individuale, ma cosa e'? E chi lo redige? Perché non è prevista la firma anche dalla famiglia?
3) perché si dice che si presume, da indicazioni del Campidoglio, un tasso di assenza media dell'11/ nell'assegnazione delle ore? E se quel bambino gode di ottima salute e non si assenta per l'11/ dei giorni, cosa fa? Da dove arrivano le ore di assistenza con l’operatore assegnato?
4) in caso di assenza del bambino chi decide e secondo quali parametri l'eventuale rimodulazione delle ore? E perché si parla di massima elasticità? Il bambino che si è assentato avrà diritto a recuperare le sue ore con l’operatore assegnato?
5) chi fa il monitoraggio e il controllo del servizio? Cosa significa 'possibilità di modificare in ambito scolastico i modelli organizzativi e le forme di erogazione del servizio, nel senso di massima flessibilità"?
“Insomma, i dubbi sono veramente tanti, ma sembra veramente difficile avere risposte. Abbiamo chiesto ad alcune Consulte Municipali di darci delucidazioni e, con nostra grande sorpresa, abbiamo saputo che a loro è stata data informazione solo a delibera già adottata, senza la minima condivisione e che l' hanno potuta leggere esclusivamente a pubblicazione già avvenuta, ci precisano che nemmeno loro sono in grado di rispondere a queste domande....ma leggiamo sui giornali che va tutto bene... Abbiamo anche ipotizzato di aver analizzato non adeguatamente la delibera 260 e abbiamo posto all’ Assessore Capitolino Pratelli, con apposita comunicazione, le stesse domande, non ha avuto il tempo di rispondere..aspettiamo fiduciosi. I dubbi e le perplessità delle famiglie romane sono i nostri, ma purtroppo, dobbiamo dirlo, questa volta, non siamo in grado di dare risposte”.
Mariangela Di Costanzo
Vicepresidente Rete SupeRare