Mike, una persona tetraplegica in missione nell’artico

Michael Haddad all’età di sei anni subisce una lesione al midollo spinale, un esoscheletro progettato per lui gli consente di girare il mondo e di battersi per le persone con disabilità e per l’ambiente

Approfondimenti

Uomo in sedia a rotelle

01 aprile 2024

ROMA - Mike è un’atleta che non conosce ostacoli, che gira per il mondo portando avanti la sua missione, ovvero battersi per le persone con disabilità e per l’ambiente: sa infatti che gli eventi estremi legati al clima – inondazioni, incendi, valanghe – sono in aumento. Mike Haddad, libanese, vive a Beirut, è tetraplegico ed è un professionista degli sport di resistenza. Cammina grazie a un esoscheletro tecnologico, sviluppato appositamente per lui, e l’aiuto di due stampelle. Di lui i ricercatori dicono che è “un laboratorio ambulante per la scienza e per l’umanità”. Come riporta startupitalia.eu, Mike prova a spiegare “perché la lotta ai cambiamenti climatici deve tener conto delle persone con disabilità”. La sua missione lo porta in giro per il mondo, letteralmente passo dopo passo, con diverse iniziative per chiedere azioni concrete per la crisi climatica. Dal 2019 è Ambasciatore regionale di buona volontà dell’Undp (Onu). Michael Haddad all’età di sei anni subisce una lesione al midollo spinale, perde gran parte delle sue funzioni motorie, ma proprio allora comincia la sua nuova vita, una vera e propria sfida a se stesso, portata avanti insieme a ricerca scientifica e forza di volontà. “È stato un duro lavoro ma con l’aiuto della medicina, della fede e con grande tenacia, sono tornato a camminare”. Ha un esoscheletro che gli stabilizza tronco, spalle e braccia e gli consente di spingere il corpo in avanti e di muoversi, un passo alla volta, con l’aiuto delle stampelle ed è stato sviluppato appositamente per lui da un team di ingegneri, medici e ricercatori con tecnologia adattiva.  Michael è stato seguito da vicino dagli scienziati dell’American University di Beirut (AUB), dalla Libanese American University (LAU) e da altre istituzioni internazionali. Un gruppo multidisciplinare che comprende dai neurologi ai fisioterapisti agli ingegneri. Insieme, studiano le prestazioni del fisico di Haddad e la neuroplasticità del suo cervello per capire meglio come esegue queste imprese. Per i ricercatori “è un laboratorio ambulante per la scienza e l’umanità. Incapace di rimanere fermo, è arrivato fino al Polo Nord, ha scalato montagne e attraversato deserti. Ha incontrato diverse personalità, da Papa Francesco al segretario Onu Guterres. Neanche la pandemia l’ha fermato: a Beirut ha organizzato una maratona per raccogliere fondi per la ricostruzione dell’ospedale devastato dall’esplosione al porto (il 4 agosto 2020). Ma Mike Haddad ha in mente una nuova grande sfida per cui si sta preparando: percorrere 100 chilometri nel Circolo polare artico, per attirare attenzione sullo scioglimento della calotta glaciale, una delle manifestazioni più gravi del cambiamento climatico. La Arctic Walk for Action dovrebbe svolgersi in Norvegia alla fine del 2024.