A Bologna aumentano le disabilità, impatto notevole del “late talker” complice la pandemia

Aumentano gli alunni con disabilità certificata che il Comune di Bologna supporta con interventi di inclusione scolastica. L'attenzione si rivolge anche ai bambini definiti “late talker”, che cominciano a parlare tardi complice la pandemia.

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24 marzo 2023

Bologna - Aumentano gli alunni con disabilità certificata che il Comune di Bologna supporta con interventi di inclusione scolastica. Ma intanto l'attenzione di Palazzo D'Accursio si rivolge anche alle nuove difficoltà che non rientrano nella certificazione: ad esempio i bambini definiti "late talker", che cominciano a parlare tardi anche a causa dei lockdown e dell'uso delle mascherine causa Covid. Se n'è discusso oggi nell'ambito di una commissione consiliare. Intanto, "abbiamo una tendenza all'aumento di bambini certificati", segnala Lucia Paglioni, dirigente del settore Supporto sistema scolastico formativo 0-18. Sommando i diversi ordini di scuola, il numero di alunni con interventi educativi o specializzati erogati dal Comune è passato dai 1.596 del 2018-2019 ai 1.894 dell'anno scolastico in corso: 244 alle materne, 711 alle elementari, 401 alle medie e 538 alle superiori. Cresce di conseguenza anche il numero di ore educative erogate settimanalmente: dalle 15.881 del 2018-2019 alle 18.809 del 2022-2023. Dato che si riflette nell'aumento di spesa da parte dell'amministrazione: dai 10,861 milioni dell'anno solare 2018 ai 12,803 milioni previsti sul 2023 (2,668 per le scuole comunali e 10,135 per quelle statali). Si aggiunge la spesa per l'inclusione scolastica nei centri estivi, passata da 554.293 euro nel 2018 a 1,035 milioni nel 2023: la cifra complessiva sull'anno in corso sale così a 13,838 milioni previsti. Ragionando sull'anno scolastico, il costo stimato da settembre 2022 a giugno 2023 ammonta a 13,289 milioni. Per quanto riguarda la fornitura di arredi, attrezzature e ausili personali si passa da 28 utenti e 13.727 euro di spesa del 2018-2019 a 23 utenti e 14.289 euro stimati sul 2022-2023. Infine, il trasporto con mezzi attrezzati: 148 utenti e 604.423 euro nell'anno 2018, 164 utenti e 852.874 euro nel 2023. A soffermarsi sugli scenari aperti dall'emergenza Covid è invece Veronica Ceruti, capo dell'area Educazione, istruzione e nuove generazioni: si registra oggi, infatti, "tutta una serie di esperienze che stiamo affrontando con il supporto dell'Università, con cui abbiamo convenzioni e rapporti strutturati.

CHI SONO I BAMBINI “LATE TALKER”

Ad esempio, quelli che vengono definiti 'late talker', cioè bambine e bambini che ancora non cominciano a parlare perchè l'aver interagito poco e sempre con adulti e figure con la mascherina ha comportato un ritardo nella parola". Ma oltre a questo fenomeno, "ci sono molte dinamiche legate ai due anni appena trascorsi, soprattutto per i soggetti più giovani in età di sviluppo- continua Ceruti- che portano a difficoltà comportamentali o di disregolazione emotiva, che non rientrano nella certificazione ma che sicuramente hanno un impatto sulla vita quotidiana all'interno del contesto scolastico". Alla luce di tutto ciò, "nelle riflessioni che si stanno facendo nell'ambito del rinnovo dell'accordo di programma metropolitano- sottolinea Ceruti- ci si sta interrogando molto sull'aumento delle certificazioni, delle richieste e dei bisogni e questo comporta anche una riflessione a monte, cioè sul perchè ci si trova davanti ad un numero sempre crescente di alunni certificati e di problemi che non rientrano nella certificazione ma hanno comunque un impatto sui contesti educativi". C'è un ragionamento in corso, ad esempio, sul fatto che una presa in carico "più distribuita" e "di equipe" possa portare "risposte più efficaci e più inclusive per non ghettizzare ed isolare" gli alunni interessati, spiega Ceruti: questo al di là dei casi più gravi, "che sicuramente hanno bisogno di un rapporto uno a uno". Nel frattempo, al di là delle competenze strettamente comunali, è vero che a livello nazionale c'è un incremento del personale di sostegno messo a disposizione dagli Uffici scolastici ma "registriamo comunque in quasi tutti gli istituti di Bologna una lamentela di fondo da parte dei dirigenti", avverte Gabriele Caforio della Flc-Cgil: il punto è che "rispetto a quello che sarebbe il fabbisogno, c'è una buona ma non totale copertura delle richieste". Di conseguenza, "tutto ciò che non si riesce a coprire con i docenti di sostegno e gli educatori- aggiunge Caforio- ricade sull'altro personale della scuola, quindi docenti e collaboratori scolastici, che teoricamente non dovrebbero fare quello".

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