L’allarme lanciato dal Terzo settore: meno fondi per il sociale dopo la revisione
L’allarme lanciato dal Terzo settore: meno fondi per il sociale dopo la revisione
Approfondimenti
16 settembre 2024
Roma - “Dopo la prima pubblicazione nel 2023, l'osservatorio nato dalla collaborazione tra i due enti prosegue il lavoro di monitoraggio del Pnrr con particolare attenzione all'ambito del sociale. Permangono, come evidenziato già lo scorso anno, rilevanti problemi di trasparenza rispetto all'andamento dell'attuazione del Piano: nonostante alcuni passi compiuti dal governo Meloni, le informazioni disponibili non sono ancora sufficienti a ricostruire un quadro completo e la piattaforma Regis risulta ancora non accessibile per la società civile. Inoltre, nonostante sia stato assicurato più volte dal governo il ricorso ad altre tipologie di risorse per bilanciare l'avvenuto definanziamento, e nonostante il cosiddetto decreto Coesione sarebbe dovuto servire proprio a questo scopo, non c'è ancora chiarezza su come ciò potrà avvenire, senza ridurre l'investimento per altri interventi già previsti”. Questo è il quadro tracciato dal Forum del terzo settore riportato in una nota.
E poi: “Per quanto riguarda la distribuzione territoriale delle risorse Pnrr per le misure di interesse per il Terzo settore, alla Lombardia va la cifra più consistente, pari a circa 3 miliardi (12,5% del totale), mentre a seguire si trova la Campania con 2,8 miliardi (11,6%) e la Sicilia con 2,3 miliardi (9,6%). Viene rispettata la clausola che prevede che almeno il 40% dei fondi Pnrr sia riservato alle regioni meridionali (43,7%), nonostante ogni singola misura presenti dati molto diversi. Ad esempio, al Sud i finanziamenti per migliorare la qualità dei servizi pubblici digitali si fermano al 34,3%, quelli per il sostegno alle persone vulnerabili al 36,5%.
RIFORME: ALCUNE POSTICIPATE AL 2025 O 2026
Rispetto alle scadenze, 16 sono quelle previste per il 2024. Di queste, 5 sono state completate e riguardano le riforme sulla disabilità, sugli anziani e non autosufficienti, sugli appalti, sulla spesa pubblica e sull'amministrazione fiscale. 7 scadenze sono invece state posticipate al 2025 o 2026.