Un ragazzo vittima dei bulli diventa psichiatra in Giappone
Un ragazzo vittima dei bulli diventa psichiatra in Giappone. È l'unico italiano abilitato a esercitare in Giappone, anche perché al suo approccio clinico ha dedicato un libro che ha suscitato grande interesse e perché la sua storia è tanto incredibile da essere diventata un manga.
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25 agosto 2024
ROMA – Tra manga e dialogo, la vita in Giappone in aiuto dei ragazzi perduti. Francesco Panto, oggi solo Fran, a 34 anni ha vinto una sfida (quasi) impossibile. Ex bullizzato, ex recluso in casa, ex ragazzo con problemi a scuola, come ricorda La Stampa, adesso in Giappone è uno psichiatra che cura con i manga (i fumetti) e gli anime (i cartoni) gli hikikomori, i ragazzi chiusi tra le quattro mura che si autoritirano dal mondo. L'unico psichiatra italiano abilitato a esercitare in Giappone, anche perché al suo approccio clinico ha dedicato un libro che ha suscitato grande interesse e perché la sua storia è tanto incredibile da essere diventata un manga.
"Uso l'animazione come terapia - racconta con semplicità - uso le storie per far parlare i ragazzi di loro stessi, come in un processo di catarsi. Qualche esempio? C'è un anime famoso, si chiama Evangelion, il cui protagonista ha un rapporto molto tribolato con il padre, mi sono trovato a usarlo con un ragazzo che ha un grosso problema con i genitori". Partito da un paesino in provincia di Messina di 3.600 abitanti, Nizza di Sicilia, parla dal suo appartamento a Tokyo, "la prima stanza era grande dieci metri quadrati, non c'era lo spazio di aprire la valigia". Uno che ha studiato il giapponese da solo, leggendo libri e ascoltando film e cartoni, e ha superato un esame per l'abilitazione medica che sembra la scena finale della battaglia di un supereroe.
"Da bambino - racconta - ero molto isolato rispetto ai miei coetanei, non volevo giocare a calcio come tutti, ero bullizzato a scuola, ma sentivo dentro di me che il problema non era in me. Non è che non fossi socievole o estroverso, ma il contesto e le persone non favorivano la mia integrazione. Così ho cominciato a vedere Sailor Moon, Dragon Ball, ho provato empatia per i personaggi, con loro ho lenito la mia solitudine facendomeli amici. E ho sentito che mi aiutavano anche nella mia difficoltà di allora di esprimermi con chiarezza dentro un genere maschile/femminile: gli eroi dei manga giocano con la loro neutralità, sono ambigui". Superata la maturità, continua, "mi era chiaro che volevo fare lo psichiatra e che non volevo restare in Sicilia, ma la mia famiglia non aveva mezzi per mantenermi. Sono state le mie due zie materne, zia Pina e zia Nina, insieme con mia madre, a mettere da parte i soldi necessari per iscrivermi alla Cattolica a Roma".
LO STUDIO DELLA MEDICINA, LA DECISIONE - "Leggendo un trafiletto sulla psicologia sociale, scopro il termine hikikomori e gli studi del professore Tamaki Sait. Mi è chiaro che l'Italia non è il contesto giusto per me. Così dalla mia stanzetta cerco su internet 'fare il medico in Giappone' e mi dico che se imparo la lingua al massimo delle possibilità avrei potuto farcela. Studio cinque ore al giorno dopo avere sgobbato sui libri di Medicina, mangio cose pronte, non spreco neanche un minuto. Nel giro di un anno e tre mesi ottengo l'N1, il massimo livello di competenza della lingua, rilasciato dal ministero della Cultura giapponese”. Scrive a Tamaki Sait che nel 2014 lo accoglie per un dottorato di ricerca di quattro anni all'Università di Tsukuba. Francesco non si accontenta di fare ricerca, ma vuole vedere i malati, curare gli hikikomori, fare clinica. E qui inizia un'altra avventura, l'esame di licenza medica mai superato prima da un italiano: "Gli esaminatori si fingono pazienti - racconta - in cinque minuti ti devi giocare tutto, prima scrivendo la cartella clinica con gli ideogrammi, poi simulando una visita con un paziente in modo colloquiale, poi sostenendo l'esame con linguaggio più tecnico. Passavo ore seduto nella mia stanza a esercitarmi con gli ideogrammi delle malattie. Prima volta bocciato, seconda volta promosso". E ancora: "Ho intubato in Rianimazione, curato epilettici, fatto nascere bambini in Ostetricia, intervenuto su infarti in Cardiologia". Oggi è psichiatra in diverse cliniche e sogna di aprirne una tutta sua. "Sono morto e rinato, mangio fagioli fermentati, mi inchino anche quando parlo al telefono, ho un amore giapponese. E, sì, sono diventato me stesso".