Ipovedente e campionessa: la forza di Benedetta, cresciuta grazie al Parakarate
Benedetta, 18enne con disabilità visiva congenita, è cresciuta grazie al Parakarate. Ha vinto più volte i campionati italiani di questa disciplina e conquistato per la seconda volta la medaglia d’argento ai campionati europei
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02 aprile 2024
ABBAZIA – Prima la voglia di nascondersi, di stare lontana dai coetanei. Poi, all’improvviso, la decisione di prendere in modo diverso la propria disabilità. Benedetta Belotti è una giovanissima campionessa di Parakarate. Originaria di Abbazia di Albino, provincia di Bergamo, ha una disabilità visiva congenita, l’acromatopsia. Eppure, è difficile accorgersene vista la disinvoltura con cui si muove attraverso stanze e corridoi dell’oratorio di Abbazia. “Il trucco- come racconta L’Eco di Bergamo- è che ormai conosco l’oratorio come casa mia, lo frequento fin da piccola”. Benedetta porta degli occhiali con le lenti colorate, di arancione, che inizialmente non amava molto ma che ora trova indispensabili. La sua acuità visiva è di un decimo da entrambi gli occhi: le lenti colorate e oscurate oltre ad aiutarla a vedere meglio la proteggono dalla luce, alla quale è particolarmente sensibile: “All’inizio faticavo a indossarli, perché si fanno notare e io preferisco passare inosservata. Ora però li ho accettati, mi sono abituata e non ci faccio più caso”. Prima l’istinto che la portava a mimetizzarsi, poi la scoperta del Parakarate, ed è cambiato tutto. Lo sport l’ha aiutata a crescere e a considerare in modo diverso la sua fragilità. Ha vinto più volte i campionati italiani di questa disciplina, nello scorso mese di marzo ha conquistato per la seconda volta la medaglia d’argento ai campionati europei, ed è pronta per nuovi traguardi. Serena, piena di energia, a luglio partirà per un’esperienza breve di missione in Costa d’Avorio nell’ambito del progetto ‘Finimondo, sui sentieri della missione’ rivolto ai giovani dai 18 ai 35 anni, promosso dal Centro Missionario Diocesano di Bergamo: “L’anno scorso- spiega- ho ascoltato la testimonianza di una ragazza che ha vissuto la stessa esperienza. Mi ha colpito molto e così ha iniziato a frullarmi in testa l’idea di partire anch’io”.