Di Leva – Vanacore, quando la musica senza parole incontra le emozioni

Fare musica senza parole è possibile e i risultati sono spesso straordinari. Basta suonare con le emozioni. Ne sono un esempio gli interpreti e performers della Lingua dei segni italiana (Lis), Valentina Di Leva e Zena Vanacore

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Valentina Di Lena e Zena Vanacore, performer LIS

21 novembre 2023

TARANTO - Fare musica senza parole è possibile e i risultati sono spesso straordinari. Basta suonare con le emozioni. Ne sono un esempio gli interpreti e performers della Lingua dei segni italiana (Lis), Valentina Di Leva e Zena Vanacore, che si sono esibiti nell'Aula Verde dell'Arsenale militare marittimo di Taranto, in occasione del Festival della cultura paralimpica. Davanti ai due artisti moltissimi giovani delle scuole della città pugliese e di altre realtà regionali.

Zena Vanacore, classe 1992, è nato a Maddaloni, in provincia di Caserta, ma è cresciuto a Napoli, dove si è laureato in Scienze Infermieristiche. Grazie a sua madre, che era una CODA, ovvero figlia di genitori sordi, ha imparato la Lingua dei segni italiana e collabora con l'associazione Dilis Onlus, che opera nel mondo della sordità e della sanità. È stato uno degli interpreti e Lis Performer in occasione del Festival di Sanremo 2023 e ha all'attivo, oltre a quattro partecipazioni al Festival, anche quella all'Eurovision Song Contest di Torino nel 2022. Con il suo modo appassionato di tradurre le canzoni nella lingua dei segni ha coinvolto tutti gli spettatori, non solo quelli sordi.

Valentina Di Leva ha 30 anni, è una grande appassionata di musica fin da piccola. Merito del papà, che arricchiva i lunghi viaggi in macchina da Napoli a Ventimiglia con le musiche classiche napoletane e quelle di Lucio Battisti, Fabrizio De Andrè e Adriano Celentano. "Mia nonna- ha affermato orgogliosa- era una pianista e grazie a lei ho sempre ascoltato tanta musica classica. Senza dimenticare che una fase della mia vita è stata attraversata anche dalla musica neomelodica". A Taranto Valentina Di Leva e Zena Vanacore hanno fatto ballare i tanti giovani presenti, esibendosi sulle note di 'Farfalle' di Sangiovanni, 'Made in Italy' di Rosa Chemical & bdope, e 'Bellissima' di Annalisa.

Una lingua codificata quella dei segni, riconosciuta dallo Stato italiano soltanto nel 2021. "Ho iniziato a studiare la Lis- ha raccontato Valentina Di Leva- quando avevo 20 anni e stavo cercando la mia strada. Mi sono diplomata al Liceo Scientifico e ho iniziato l'università, che però non mi faceva sentire appagata, non la facevo con piacere. Poi ho fatto un corso di formazione di animatore sociale, l'operatore di comunità, e lì ho iniziato a studiare la Lingua dei segni. Successivamente ho svolto un tirocinio a scuola e, facendo teatro da molti anni a Napoli, mi capitò di fare una lezione in cui veniva insegnato Pinocchio proprio attraverso la Lingua dei segni. Sono rimasta colpita e mi sono innamorata della Lis. Mi sono diplomata e dopo sono diventata interprete, continuando a calcare il palcoscenico. Lo studio della Lis non l'ho mai lasciato".

La svolta arriva nel 2019. "La Rai- ha proseguito- ha aperto dei casting, cercavano persone che producessero musica. Ed ecco che sono arrivate le esperienze di Sanremo e dell'Eurovision".

"Nella mia famiglia- è intervenuto Zena Vanacore- c'è sordità genetica. Mia madre era già pronta ad avere un figlio sordo. Per me è stato una sorta di gioco, ho iniziato con la dattilologia, l'equivalente dell'alfabeto, e crescendo ho imparato i significati dei segni. Il gioco era proprio quello di conoscere sempre più parole e di raggiungere livelli sempre più alti. Successivamente ho intrapreso un percorso di studio per diventare interprete e sono entrato nel settore Infermieristico".

A Sanremo i due artisti hanno interpretato alcune canzoni. "Il Festival- ha detto con emozione Vanacore- è stato tante cose, abbiamo conosciuto diversi colleghi, c'è stato uno scambio meraviglioso al di là del lavoro davanti a una telecamera. Sanremo ci ha permesso di intraprendere questo percorso lavorativo che è davvero bellissimo, perché è bellissimo utilizzare il proprio corpo come strumento per trasmettere le emozioni che abbiamo".

"Credo- ha tenuto a precisare Di Leva- che Sanremo sia stato un trampolino di lancio non per noi ma per l'accessibilità in generale della Lingua dei segni, perché da lì si sono sviluppate molte cose. Sanremo è certamente l'evento più grande ma noi traduciamo anche l'Eurovision a maggio, il concerto del primo maggio, le opere liriche, la serie 'Io sono mia' con Serena Rossi. E a dicembre c'è lo Zecchino d'Oro, che prima traducevamo noi e che dallo scorso anno viene tradotto solo ed esclusivamente dai bambini sordi dell'istituto di Roma".

"Oggi- ha concluso la giovane artista- posso dire che la traduzione in Lis sta davvero spopolando".

Guarda il video per saperne di più.

L'intervista sottotitolata è visibile sul canale YouTube SuperAbile Inail a questo link: https://www.youtube.com/@superabilenetwork/videos